In una corrente fluida di congetture,
mi alimento di complesse,
paradossali acrobazie mentali,
e libo l' immenso, notturno universo.
Taglienti,
algide lastre scompaiono,
tra turbinii di miscele esplosive,
tra impalpabili frammenti trasportati dal vento.
Vette maestose,
illuminate da fioche galassie,
silenti s' inebriano di un àere terso.
Ed intanto,
i tuoi tèpidi raggi,
madre d' argento,
sinuosi scendono,
fino ai penetrali più reconditi del mio labirinto,
là, dove vibrano i simulacri delle mie ossessioni,
là, dove cinicamente respirano,
sorde, immobili,
indolenti cariatidi,
le mie divinità tutelari.
Laggiù,
soltanto tu sai vedere,
senza giudizio,
senza condanna,
le mie fantastiche,
mostruose chimere!